A volte non trattarla ti può costare molto di più

Quanto costa curare la Parodontite?

A volte non trattarla ti può costare molto di più

Quanto costa curare la Parodontite?

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Le malattie parodontali colpiscono un italiano su 3

La Parodontite è una patologia cronica: scopri quanto ti può costare non curarla

Le malattie parodontali colpiscono circa un italiano su 3, quindi approssimativamente 20 milioni di persone, e mettono a rischio la salute generale, la salute della bocca in particolare, ma anche il portafoglio.
Si tratta di una patologia cronica che crea danni talvolta anche irreversibili e che si aggravano con il passare del tempo: più tardi il paziente prende coscienza del problema e comincia ad occuparsene e più gravi saranno i problemi da affrontare.
Quindi il vero punto non è quanto costa curare la malattia parodontale ma, piuttosto quanto costa non curarla, sia da punto di vista biologico che dal punto di vista economico.
Infatti la malattia parodontale non trattata può portare alla perdita dei denti e aumenta notevolmente il rischio di malattie non solo della bocca ma dell’intero organismo. Ovviamente oltre all’inevitabile costo biologico le conseguenze della parodontite hanno anche un grande costo economico, pesando per circa 3,5 miliardi di Euro sulle casse dello Stato e sulle tasche dei cittadini.
E’ quanto è emerso dall’ultimo Congresso Internazionale della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP).
La parodontite è la quinta malattia più diffusa al mondo, con 8 milioni di italiani over 35 che ne sono colpiti, 3 milioni dei quali rischiano di perdere uno o più elementi dentali.

Quattro Raccomandazioni

I capisaldi della prevenzione della Parodontite

In che maniera possiamo comportarci per prevenire i danni (e i costi) causati dalla malattia parodontale? 

I pilastri della prevenzione sono un’attenta igiene orale domiciliare e controlli frequenti presso il tuo studio odontoiatrico di fiducia. 
La prima e più importante attenzione che dobbiamo avere è quella di avere una buona igiene orale domiciliare, tenendo sotto controllo placca e tartaro.
Inoltre sono fondamentali regolari controlli dall’odontoiatra e sedute di igiene orale professionale con l’igienista.
In questa maniera, il rischio di sviluppare danni parodontali sarà tenuto sotto controllo e, potendo intervenire in maniera tempestiva anche i costi delle terapie e dell’eventuale sostituzione di denti persi saranno, ovviamente, ridotti.

Il controllo della placca con una buona igiene orale e visite regolari dal dentista e dall’igienista dentale sono i capisaldi della prevenzione, che consente di intervenire tempestivamente riducendo i costi necessari per la sostituzione dei denti persi.
Ma il trattamento della parodontite riduce anche il rischio di peggioramento di gravi malattie quali l’aterosclerosi, il diabete e persino, come diversi studi hanno dimostrato, del Covid-19.

La Società Italiana di Parodontologia ci fornisce, quindi, 4 regole chiave:

  1. Essere sempre attenti alla prevenzione,
  2. Diagnosticare e trattare precocemente la malattia parodontale,
  3. Integrare maggiormente l’odontoiatria e l’assistenza sanitaria generale,
  4. Promuovere campagne di sanità pubblica, migliorare l’accesso alle cure dentistiche.


La prevenzione della parodontite può essere efficace ma negli ultimi 25 anni, nonostante l’aumento delle nostre conoscenze e il progresso delle tecniche a nostra disposizione, presenta di fatto una diffusione invariata. Molte persone infatti vanno dal dentista solo per risolvere le urgenze, quindi quando il problema è già evidente, limitando i controlli, sopratutto a causa dei costi. Bisognerebbe, invece, precisa, “garantire che eventuali problemi possano essere riconosciuti precocemente ed affrontati quando possono ancora essere risolti. Le spese sono largamente inferiori per gestire una gengivite iniziale rispetto a una parodontite o ancora di più la perdita di un dente.
Di qui l’appello degli esperti della Società Italiana di Parodontologia a “prevedere campagne di sanità pubblica anche nelle scuole e nelle strutture sanitarie per sensibilizzare tutta la popolazione, inclusi i meno abbienti, spesso più colpiti dalla malattia proprio per la minore possibilità di accesso alla prevenzione”. (ANSA).